Intervista con Nadja Ackeret, formatrice presso IdéeSport
Nadja Ackeret ha 30 anni, ama la montagna e i progetti fai-da-te ed è dottoranda presso l’Istituto Federale dello Sport di Macolin, dove lavora sulla salute mentale nello sport agonistico giovanile. Dal 2021 è anche formatrice presso IdéeSport e ha collaborato con Andrea Furer alla creazione del manuale sulla salute mentale ad uso delle formatrici e dei formatori.
Nadja, cosa ti piace di più del tuo lavoro di formatrice?
Collaborare con le giovani e i giovani, poterli sostenere in un contesto libero da prestazioni standardizzate, dando loro uno spazio per lo sviluppo personale e permettendo loro di esplorare e sentire i propri punti di forza.
Quali sono per te i valori più importanti del nostro CoachProgram?
Il fatto che io, come formatrice, nei corsi possa rispondere alle esigenze di coach e team e quindi sostenerli nello sviluppo delle loro capacità individuali e della loro personalità.
Cosa fa la Fondazione IdéeSport in termini di salute mentale per la formazione delle coach e dei coach?
Attraverso il CoachProgram, la Fondazione IdéeSport si concentra sul rafforzamento delle risorse e delle competenze che hanno un impatto positivo sullo sviluppo psicosociale delle coach e dei coach e li preparano a una vita autodeterminata. L’approccio di base di IdéeSport con il CoachProgram è orientato a soddisfare i tre bisogni psicologici fondamentali di autonomia, competenza e relazioni (Self-Determination Theory, Ryan & Deci, 2000). Con questo approccio, IdéeSport si impegna a promuovere il benessere delle coach e dei coach. Per esempio, nei miei corsi, cerco di creare «spazi sicuri», cioè spazi in cui possano esprimersi liberamente senza sentirsi giudicati o esclusi.
In che modo i team dei progetti sono specificamente sensibilizzati sul tema della salute mentale?
Di solito cerco di non affrontare direttamente il tema della salute mentale e lavoro con loro su argomenti che sono fortemente correlati alla salute mentale. Questo include argomenti come la fiducia in se stessi, l’autoempatia, le tecniche di rilassamento, la mindfulness o la gestione delle emozioni.
Come viene accolto il tema in generale? In altre parole, come reagiscono all’argomento?
Spesso mi dicono che è stato interessante riflettere su se stessi, perché di solito non lo fanno o non lo considerano importante. Alcuni di loro all’inizio hanno difficoltà a parlare di questi argomenti o ad ascoltarsi, soprattutto quando sono presenti altre persone. Questo a volte richiede un po’ di tatto da parte mia. Tuttavia, alla fine, almeno secondo me, ognuno di loro è più forte dopo aver partecipato alle attività. Vengono dati dei feedback molto ponderati sui workshop e c’è spesso interesse a porre ulteriori domande.
Dove pensi che ci sia ancora margine di miglioramento nell’ambito della salute mentale a IdéeSport?
Il manuale «Salute mentale» è apparso all’inizio della stagione 2023-24. Penso che possiamo concentrarci ancora di più sulla promozione delle competenze delle giovani e dei giovani in materia di salute nei corsi per i team.
Quali sono i tuoi obiettivi personali per la prossima stagione in termini di salute mentale per la formazione dei coach?
Vorrei ampliare la mia collezione di attività da proporre per poter organizzare i corsi in modo vario e specifico per ogni team.
Cos’altro vorresti dire?
Anche il mio benessere può trarre beneficio dalla Fondazione, perché mi rendo conto sempre più spesso che posso aderire pienamente alla Fondazione IdéeSport con tutti i valori che sono importanti per me, e questa è una grande sensazione!
Grazie mille, Nadja, per l’intervista interessante!