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«La cosa più importante è divertirsi!»

10.03.2021

Nella sua lunga esperienza di capo progetto di Midnight Station Kelleramt, Sergio Martin ha già vissuto molte situazioni diverse: partecipazione oscillante, sostituzioni all’interno del team e di recente – a causa della pandemia di coronavirus – anche l’accesso limitato ai giovani sotto i 16 anni. Nell’intervista racconta com’è andata la riapertura del progetto, spiega perché è stata offerta un’alternativa e fornisce qualche consiglio utile ai responsabili e alle responsabili dei progetti.

Hai iniziato a svolgere il tuo ruolo di capo progetto di Midnight Station Kelleramt più di dieci anni fa. Che cosa ti ha spinto a fare questa scelta?

Mi ero appena trasferito nel Comune con la mia famiglia. Ero nuovo del posto ed ero appena diventato papà, quindi desideravo integrarmi e volevo anche offrire il mio contributo alla comunità. Così ho iniziato come senior coach e dopo nemmeno un anno sono diventato capo progetto.

Come è evoluto il tuo progetto nel corso degli anni? E in che modo i cambiamenti hanno influito sull‘organizzazione?

Nella sostanza l‘offerta è rimasta invariata; ovviamente è stata influenzata dall’arrivo di nuovi coach, dal numero variabile dei partecipanti e dalle tendenze del momento. Anche la popolarità di MidnightSports ha subito qualche oscillazione nel corso degli anni e, a ogni cambio di generazione, è sempre necessario promuoverlo nuovamente all’interno della scuola.
Non sono mancati i momenti di crisi, ad esempio ci sono stati gruppi di giovani difficili che hanno disturbato il programma oppure si è verificata una scarsa partecipazione da parte delle ragazze. In questi casi abbiamo fatto ogni volta una promozione mirata tramite i junior coach.

A causa del coronavirus, Midnight Station Kelleramt è stato chiuso per almeno due mesi; fino a poco tempo fa avete offerto un‘alternativa u16; dal 1° marzo è possibile riaprire normalmente. Come hai vissuto questo periodo e com’è la situazione attuale?

Dopo il primo lockdown della primavera 2020 abbiamo puntato ancora di più sulla comunicazione online legata al progetto. Ad esempio, ci siamo impegnati maggiormente per raggiungere i partecipanti e le partecipanti tramite Instagram, così abbiamo potuto tenerli sempre aggiornati sui cambiamenti. Quando poi, a febbraio, il progetto ha riaperto rispettando il limite d‘età u16 mi sono reso chiaramente conto di quanta voglia i giovani avessero di muoversi: dovevano uscire assolutamente dalle quattro mura di casa, e questo ha consentito sicuramente anche agli adulti di rilassarsi un po’. Quindi la riapertura è stata un vero successo. In ogni caso, poiché raramente chi ha più di 16 anni partecipa al nostro progetto, l‘applicazione del limite di età non ha rappresentato un grande problema. Certo, è bello che ora la possibilità di adesione sia aperta a tutti i giovani.

Quali sfide avete dovuto affrontare nella pianificazione e perché avete deciso di continuare nonostante tutto?

Nel Kelleramt, a primavera e per un lungo periodo, tutto è rimasto chiuso, anche i parchi giochi. Per i giovani non c‘erano più attività ricreative o posti soddisfacenti e adeguati per trascorrere il tempo libero. Solo il Comune di Unterlunkhofen aveva adottato misure un po’ meno restrittive. In breve, poiché i giovani hanno comunque l’esigenza di fare qualcosa, il risultato è stato che si spostavano in altri Comuni. Ecco perché prima dell‘estate abbiamo deciso insieme ai Comuni del Kelleramt che era necessario intraprendere un percorso diverso. Volevamo farci di nuovo carico della nostra responsabilità, anche in ambito della prevenzione delle dipendenze.

Il team come gestisce questa situazione speciale?

C‘è stato qualche cambiamento: alcuni coach hanno abbandonato il progetto, ma ne sono anche arrivati di nuovi. Lo scambio tra tutte le persone coinvolte è continuo; mi contattano spesso e mi chiedono informazioni su come si procederà. Sono rimasto felicemente sorpreso dalla forte motivazione.
È positivo anche il fatto che due dei nuovi coach stiano persino prendendo in considerazione la possibilità di assumere il ruolo di capo progetto in futuro.

In tutti questi anni hai fatto molte esperienze. Quali momenti sono per te indimenticabili?

Mi viene subito in mente un momento dell‘estate scorsa, quando i Comuni hanno prolungato il contratto per il Midnight dopo che era stato per un po’ in forse. Ho provato un gran sollievo e una grande gioia. Emozionante è anche vedere i giovani crescere e la naturalezza con cui avviene la successione dei coach.

Quali consigli puoi dare a chi svolge il ruolo di capo progetto?

La cosa più importante è divertirsi! In questo momento non è così, ma normalmente sarebbe bene partecipare alle attività, essere attivi e godersi l’atmosfera. Sono cose importanti anche accettare il fatto che non sempre tutto procede secondo i propri piani e coinvolgere i giovani: sono proprio loro a sapere meglio di chiunque altro quali sono le scelte giuste.
Vorrei dire ancora una cosa, non si tratta di un consiglio, ma è comunque importante: chi commette errori viene subito perdonato. Non c’è la stessa pressione che si vive tra gli adulti. Questa consapevolezza consente una maggiore rilassatezza e va a vantaggio di tutti.

Cosa ti auguri per la prossima stagione?

Che riusciamo tutti a mantenerci in buona salute, di ritornare alla normalità e che i giovani possano ricominciare a godere appieno dei loro irripetibili “anni della gioventù”.

Sergio Martin

Età: 39

Luogo di residenza: Jonen

Hobby (anche nuovi, dall’arrivo del coronavirus): tutti i giochi con la palla

Professione: impiegato di banca

La sfida più difficile che ha comportato il coronavirus: moltissima pazienza e flessibilità

Posti e momenti felici in questo periodo: il molto tempo che ho potuto trascorrere con la mia famiglia.

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